Nell’autunno 2009 a Piacenza è stata aperta Biffi Arte, che occupa ampi locali al piano terreno e sotterraneo del grandioso palazzo seicentesco Marazzani Visconti, palazzo noto alle cronache in età farnesiana anche per le feste sontuose date in onore del duca e della corte. Più che una galleria, che ha un orizzonte limitato agli immediati ritorni dal mercato dell’arte, è e vuole essere uno spazio per grandi eventi d’arte, che una volta erano non di rado realizzati dalle istituzioni e dagli enti pubblici; e l’area non manca, essendo un insieme omogeneo di locali comunicanti esteso per 400 mq. I sotterranei, scanditi da due possenti colonne in granito che sostengono due grandi volte, sono stati allestiti con apparecchiature per video e fotografie, preparate volta per volta per una comunicazione incisiva e multimediale, oggi divenuta indispensabile all’approfondimento e al completamento delle informazioni, quasi una sottoesposizione, come è stata definita. Chi ha voluto e sostiene questo grande progetto è Pietro Casella, imprenditore piacentino titolare della Formec Biffi, che ha rilevato l’illustre marchio Biffi, leader in molti campi della gastronomia; il marchio è anche carico di glorie patrie per aver ospitato dal 1867 nel Caffè Ristorante della Galleria Vittorio Emanuele in piazza Duomo a Milano grandi artisti e letterati, che hanno determinato il corso dell’arte: dai veristi ai divisionisti, dai futuristi ai novecentisti fino alle postavanguardie degli anni Quaranta e Cinquanta. Pietro Casella ha rilanciato il marchio Biffi, facente parte dell’ammirato e finora insuperabile Made in Italy, e ha ripreso, con lo stile discreto e autorevole di un mecenate, l’alta tradizione culturale nella sua città di Piacenza. Il coordinatore della galleria Biffi Arte è l’architetto Carlo Scagnelli, di vivacità creativa e di convinto rispetto dei valori tradizionali. La curatrice delle mostre e delle iniziative è Leda Calza, dal lungo e decorato curriculum per le capacità organizzative nel campo dell’arte contemporanea negli ultimi anni e già compartecipe della stamperia d’arte Elefante Rosso, che nei decenni passati sfornava le esilaranti incisioni della Scuola di Piacenza, certificata dalla critica per l’originalità del realismo fantastico e del fecondo filone fantasmagorico.

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