2005, Aprile | Piacenza nel diario di Michel de Montaigne

Pianta di Piacenza, disegno (seconda metà del secolo XVI)

Una importante testimonianza su Piacenza è quella di Michel de Montaigne, perspicace nelle descrizioni e nei commenti, che furono di scorta a molti passeggeri francesi successivi: Journal de Voyage du Michel De Montaigne en Italie par la Suisse et l’Allemagne en 1580-1581. Il diario nella seconda parte è scritto in italiano e quindi è ancora più significativo dal punto di vista documentario, per l’assunzione diretta delle informazioni sul posto.

Stefano Pronti

 

Di là [Borgo s. Donì – Fidenza], lasciando a man dritta Cremona, a medesima distanza che Piacenza, seguitando una bellissima strada pari [piana], & in un paese dove fin all’orizzonte non si vede montagna né inegualità, il terreno fertilissimo, mutando di posta in posta cavalli, i quali due poste io menai al galoppo, per sentir le forze de i lombi: e non ci trovai né mal, nè stracchezza: l’orina naturale. Vicino a Piacenza ci sono due colonne grandi, l’una da un lato della strada, l’altra de l’altro, circa quaranta passi di larghezza fra i due. A piede delle quali colonne è scritto in latino, che si proibisce di edificare, piantare arbori e vigne traesse. Non so se voglia conservare la larghezza della strada solamente, o veramente, che di esse colonne fino alla città, la quale ne è distante di mezzo miglio, si voglia conservar la pianura scoperta come ella si vede. Venimmo a dormire a PIACENZA, 20 miglia, via assai grande. Essendoci giunto assai di bon’ora, la voltai d’ogni banda tre ore: Strade fangose, non lastricate, piccole case. E nella piazza, dove è la sua grandezza, c’è il palazzo della Giustizia, e le prigioni & il concorso di tutti i cittadini qui intorno, guarnito di botteghe di nessun conto.

 

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