2013, Maggio | I Farnese visti da vicino

Dovendo allestire la prima sezione dei Musei Civici, nel 1985 da giovane direttore di una fabbrica, il Palazzo Farnese di Piacenza, così imponente e redimenda dopo secoli, avevo frugato e verificato nei fondi archivistici più corposi, tra cui il Diario Bevilacqua (1665-1694), manoscritto in sei volumi alla Biblioteca Reale di Napoli e in due all’Archivio di Stato di Parma. Oggi, dopo ventotto anni, per l’opportunità offerta dall’editore piacentino Fabrizio Filios e per la disponibilità di Susanna Pighi, di grande competenza e perspicacia in ambito archivistico, il manoscritto è stato letto, in buona parte trascritto e registrato nei passi non trascritti per motivi di interesse secondario o per scarsa leggibilità, anche nelle parti riguardanti Parma e Colorno, che finora erano sembrate irraggiungibili. Orazio Bevilacqua si qualifica ripetutamente come Barbiere della Ser.ma Casa, la cui mansione più nobile è quella di praticare all’occorrenza salassi nelle vene dei componenti della famiglia ducale per alleggerire l’ipertensione o l’eccesso di flusso sanguigno in casi di malesseri dovuti alla corporatura e a una alimentazione senza regole dietetiche. Il racconto della vita quotidiana di corte è una visione in proporzioni umane e semplificate della celebre e potente famiglia Farnese, con l’aggiunta di un’immensità di comodità e privilegi, dalle carrozze a sei cavalli per le evenienze anche quotidiane alle casse di doble o ducatoni d’argento per le necessità periodiche, con il particolare che Orazio non trascura fieramente di spiegare di prelevarle spesso da Piacenza per depositarle nei Gabinetti e nelle mani del tesoriere Tassi a Parma. Egli descrive l’esito positivo sia delle sue incisioni nelle braccia o nei piedi sia delle applicazioni di sanguisughe (sanguette) sia dei botoni di fuoco sulla copa sia dei lavativi di latte, burro e zucchero rosso; indica sempre con soddisfazione i benefici procurati dai suoi interventi per la ripresa salutare riscontrata. Egli frequenta i medici, da cui prende ordini e che affianca nelle necessità; non in un solo caso passa la notte insieme al dottor Zanardi nella camera attigua a quella della duchessa, colta da dolori alla testa e ai reni, per intervenire in caso di urgenza (29 ottobre 1679). Il 13 luglio 1670 compare il nome di Ulisse Bazzani, aiutante di camera, che sostituisce Bevilacqua convalescente e che sarà nominato Barbiere il 10 ottobre 1688, affiancando o sostituendo Cesare Pesci, nominato nella stessa qualifica l’8 marzo 1686. Il barbiere era una figura importante: la principessa Isabella aveva il suo barbiere, Damiano Giusani (25 luglio 1674), e il cardinale D’Este aveva al suo seguito il suo barbiere personale (14 ottobre 1686).

 

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Palazzo Farnese, Piacenza (foto Mauro Del Papa, 2012)
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