Pubblicazioni
- Monografie
- Contributi su “Panorama Musei”
- 2013, Dicembre | Giuseppe Verdi, anagraficamente piacentino
- 2013, Dicembre | Il grande pittore, il saggio maestro
- 2013, Dicembre | In ricordo di Tillo
- 2013, Maggio | I Farnese visti da vicino
- 2012, Dicembre | Giulio Alberoni, il cardinale amante dell’arte
- 2012, Dicembre | Le nature morte di Giuseppe Coda Zabbetta
- 2012, Settembre | Bernardo Morando e il barocco a Piacenza
- 2012, Settembre | Alberto Gallerati, tra fantasia e ironia
- 2012, Aprile | Le meraviglie della Napoli farnesiana
- 2012, Aprile | Romano Tagliaferri: la macchina del colore
- 2011, Dicembre | Biffi Arte, uno spazio per grandi eventi
- 2011, Agosto | Gli splendori della Roma farnesiana
- 2011, Agosto | Bruno Missieri, incisore e pittore intimista
- 2011, Agosto | Transvisionismo, la galleria-laboratorio
- 2011, Aprile | Luigi Perotti e la tavolozza dei marmi
- 2010, Dicembre | Pierangelo Tronconi
- 2010, Dicembre | Galleria Mazzoni
- 2010, Agosto | La moglie e i vini piacentini di Giulio Cesare
- 2010, Agosto | La galleria Rosso Tiziano e la sua storia
- 2010, Agosto | Giuseppe Tirelli
- 2010, Aprile | Un gioiello ritrovato: la chiesa dei Teatini
- 2009, Dicembre | Le carrozze protagoniste a Piacenza
- 2009, Agosto | Margherita d’Austria e l’architettura
- 2009, Agosto | Stefano Fugazza: un ricordo
- 2009, Aprile | Il muro di Palazzo Madama
- 2009, Aprile | I rivestimenti della Piazza Grande
- 2008, Agosto | Inizi Seicento, animali nella dilettevole villa
- 2008, Aprile | Il rosso di Tiziano: il triplice ritratto Farnese
- 2007, Dicembre | La congiura farnesiana dopo 460 anni
- 2007, Agosto | Viaggio nel Viterbese: itinerario farnesiano
- 2007, Aprile | I salumi di Piacenza dal XIV al XVIII secolo
- 2006, Dicembre | La Guida ai Musei di Piacenza e provincia
- 2006, Dicembre | Foppiani e gli artisti piacentini del fantastico
- 2005, Dicembre | Il museo oggi in Italia
- 2005, Dicembre | I musei nel web: come visitarli con la tastiera
- 2005, Aprile | Un libro di cucina del 1541 venuto a Piacenza dal IV secolo
- 2005, Aprile | Piacenza nel diario di Michel de Montaigne
- 2004, Dicembre | Gaspare Landi, pittore della bellezza
- 2004, Dicembre | Le lettere di Gaspare Landi: la vita a Roma
- 2004, Dicembre | I duecento anni del Teatro Municipale di Piacenza
- 2004, Agosto | La biblioteca Passerini-Landi: da un grande passato a un importante futuro
- 2004, Agosto | Il più antico codice della Commedia è piacentino
- 2004, Aprile | Un quadro da magazzino
- 2004, Aprile | Aspettando la mostra di di Gaspare Landi
- 2004, Aprile | L’orto a ciclo continuo nel secolo XVI
- 1999, Agosto | Due saggi da tenere sempre sulla scrivania
- 1998, Dicembre | La Cappella Ducale di Palazzo Farnese: un ”unicum” in Italia
- 1997, Dicembre | A palazzo entra un “nuovo mecenatismo”
- 1997, Aprile | “Il Museo tra istituzione e azienda”
- 1996, Ottobre | I traguardi di Palazzo Farnese
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2012, Settembre | Bernardo Morando e il barocco a Piacenza
Nella storia di Piacenza esiste un caso significativo in cui le cinque arti si fondono in unità di tempo e di luogo con l’azione del grande poeta, Bernardo Morando. Ecco chi era. Nato a Sestri Ponente nel 1589, si spostò a Genova nel 1598, seguendo il padre Guglielmo, mercante. A quindici anni fu mandato dal padre a Piacenza “per far quivi un negozio corrispondente ai negozi di Genova”; Piacenza era un centro importante per le Fiere dei Cambi e della mercanzia e punto di smistamento verso il Nord. A fianco dei successi commerciali, si mise in luce come poeta d’occasione alla corte farnesiana, qualificandosi dal 1639 al 1646 come scrittore ufficiale di opere commissionategli dall’ambizioso e francofilo Odoardo Farnese, duca dal 1623 al 1646, drammatiche e musicali, per balletti o per tornei, letteratura di primissimo piano nella storia della letteratura teatrale barocca. Egli era sempre presente in Palazzo Farnese a Piacenza e nel Palazzo del Giardino di Parma come poeta di corte. Alla morte di Odoardo, ridotta la permanenza della corte a Piacenza, Morando non ricevette più incarichi fino al 1651. Nel frattempo scrisse La Rosalinda, un romanzo morale che è il suo capolavoro, edito nel 1650 dallo stampatore ducale Bazachi, fortunata opera che ebbe oltre venti riedizioni; “essa è il luogo letterario privilegiato del suo fare letterario in cui trovano spazio e interagiscono in modo organico quelle sostanze poetiche da sempre presenti, anche se in modo frammentario, nelle opere d’occasione e negli scritti di teatro” (S. Tomassini). Ranuccio II si rivolse ancora a Morando per la riapertura del Teatro Farnese in Parma, rimasto inoperoso dal 1628. Nel 1652 ottenne il titolo di conte con l’acquisto del Castello Di Montechiaro. Tenne la prolusione inaugurale, intitolato La fontana artificiosa, per l’apertura dell’Accademia degli Spiritosi in Piacenza nel 1655. Morì nel 1656 e volle essere sepolto nella Chiesa Di S. Vincenzo.