2010, Agosto | La moglie e i vini piacentini di Giulio Cesare

Lucio Calpurnio Pisone Pontifex, Museo Archeologico Nazionale di Parma

Nel contesto di un progressivo accrescimento dell’importanza economica e strategica di Piacenza fondata nel 218 a. C. si situa la figura e il ruolo di LUCIO CALPURNIO PISONE CESÒNINO, personaggio di primo piano a Roma e autorità indiscussa nel Piacentino. Il suo nonno materno era CALVENTIUS, un gallo che si era stabilito a Piacenza e aveva accumulato un ingente patrimonio nel piacentino come commerciante e banditore (mercator et praeco) nel settore delle armi; la sua popolarità e autorevolezza presso le cittadinanze galliche e piacentine era molto forte, se si considera che il nome Calventius ritorna in 23 iscrizioni in marmo della Gallia Cisalpina. Quando andò a Roma con la figlia CALVENTIA, entrò in relazione con il giovane figlio del nobile CESÒNINO, questi considerato un furfante (homini furacissimi) ma appartenente all’antica gens Calpurnia, che aveva partecipato al governo della repubblica. Infatti uno dei più illustri era stato LUCIO CALPURNIO PISONE FRUGI, di moderati, onesti costumi, prima tribuno della Plebe (149 a. C.), poi console (133) e censore (120); inoltre scrisse sette libri di Annales, dalle origini di Roma ai suoi tempi, o meglio da Enea alla fine della terza guerra punica (146 a. C.), ai quali attinsero soprattutto Tito Livio e Dionigi di Alicarnasso. Inoltre i Pisones Caesònini avevano scelto l’appartenenza al partito dei populares, cioè al partito di MARIO e poi di CESARE e di CRASSO, opposto a quello di SILLA, di POMPEO e di CICERONE.

 

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